“Il matrimonio segreto” del Festival dei Due Mondi di Spoleto.

 “Il matrimonio segreto”, un’opera in due atti musicata dal compositore campano Domenico Cimarosa (Aversa, 1749 – Venezia, 1801) su libretto di Giovanni Bertati e liberamente ispirato alla commedia The clandestine Marriage dei drammaturghi britannici George Colman Il Vecchio (Firenze, 1732 – Londra, 1794) e David Garrick (Hereford, 1717  Londra, 1779), approda al prestigioso palcoscenico spoletino del Caio Melisso. Sotto la sapiente direzione del Maestro britannico Ivor Bolton (Blackrod, 1958), artefice di un’impeccabile concertazione alla testa dell’Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari e guidati dal regista e coreografo Quirino Conti, i personaggi cimarosiani danno vita ad un gradevole ed avvincente dramma giocoso ambientato nella Scena ricca del pittore Domenico Bruschi (Perugia, 1840 – Roma, 1910), recentemente riportata agli antichi splendori dall’illuminato mecenatismo della stilista Carla Fendi, ormai spoletina d’azione, perfettamente calati negli elaborati costumi d’epoca creati dalla maestria del costumista Pietro Tosi in un dosato gioco di luci calde e vivaci realizzato dallo scenografo Vinicio Cheli.

“Il Maestro Ivor Bolton (Blackrod, 1958)


“Domenico Cimarosa (Aversa, 1749 – Venezia, 1801)

La trama è fondamentalmente incentrata sulle nozze clandestine di due giovani innamorati. Paolino, il tenore Emanuele D’Aguanno, e Carolina, il soprano Barbara Bargnesi, trascinati dal loro tenero e appassionato amore, contraggono matrimonio in segreto e fra ansie e sotterfugi si adorano senza potersi appartenere. Paolino vorrebbe persuadere la sua sposina segreta alla fuga ma la sua amata però esita, sebbene angustiata da mille pene. Intorno ai due innamorati si muove una piccola folla di personaggi: Geronimo, il baritono Omar Montanari, padre di Carolina, sordo, avaro e ricco mercante, nonché padrone di Paolino; il conte Robinson, il baritono Davide Luciano, facoltoso pretendente inglese; Elisetta, il soprano Valentina Farcas, sorella di Carolina, destinata in nozze dal padre al conte Robinson, caratterialmente dispettosa, ambiziosa, aspra e maligna ed infine la zia Fidalma, il mezzo soprano Teresa Iervolino, una vedova abbiente, che ha investito i suoi capitali nelle imprese del fratello Geronimo, presa anch’essa da un’ardente passione per il giovane Paolino. Nel corso dell’opera l’intreccio s’aggroviglia piacevolmente con colpi di scena e sorprese imponderabili che coinvolgono gli spettatori. Il conte Robinson, il quale secondo i progetti di Paolino avrebbe dovuto sposare Elisetta, appena vede Carolina s’innamora di questa e dell’altra non ne vuol più sapere. Geronimo protesta, ma il nobile Robinson gli propone di rinunciare a metà della dote se gli concede la mano di Carolina invece della mano di Elisetta. La rabbia di Elisetta e le dichiarazioni amorose di Fidalma a Paolino complicano ancor più la faccenda, quindi i due decidono di fuggire. La fuga premeditata e progettata dai due innamorati però non riesce, giacché il piano dei due amanti viene scoperto, ma per fortuna tutto si sistema in un lieto fine che scioglie le tensioni pacifica i cuori.

La nuova produzione del ‘matrimonio cimarosiano’ presentata al 56° Festival dei Due Mondi onora e rinnova con originalità la brillantezza e la freschezza di quest’opera che a ragione può essere definita come l’opera buffa per eccellenza nell’ambito di questo genere operistico che tanta fama ebbe tra il XVIII ed il XIX secolo e merita, dunque, una particolare partecipata attenzione da parte del pubblico festivaliero.  

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