I tersicorei del San Francisco Ballet al Teatro Romano di Spoleto.

La compagnia di danza statunitense del San Francisco Ballet guidata dal direttore artistico islandese Helgi Tomasson (Reykjavik, 1942) da avvio al ricco cartellone dedicato alla grande danza del Cinquantasettesimo Festival dei Due Mondi di Spoleto e dopo più di un trentennio torna a calcare il prestigioso palcoscenico del Teatro romano spoletino. La spiccata versatilità e le elevate qualità artistiche non disgiunte da un particolare atletismo permettono di collocare questa compagnia di balletto classico tra le compagini più dinamiche del panorama tersicoreo internazionale.

Spoleto 57°. Teatro Romano. San Francisco Ballet. Direttore artistico Helgi Tomasson (Reykjavik, 1942).

Spoleto 57°. Teatro Romano. San Francisco Ballet. Direttore artistico Helgi Tomasson (Reykjavik, 1942).

Al suo ritorno nella città del Festival la compagine artistica californiana del San Francisco Ballet, la più antica compagnia professionale americana, nei tre spettacoli serali del 4, 5 e 6 luglio mostra al pubblico festivaliero spoletino quattro impegnative e vivaci coreografie intitolate “From foreign lands”, “Variations for two couples”, “Voices of spring” e “7for eight”.  

La prima delle coreografie, “From foreign lands”, ideata da Alexei Ratmansky, si sviluppa sulle note della Suite for Orchestra “From Foreign Lands” Op.23 del compositore polacco Moris Moszkowski (Breslavia, 1854 – Parigi, 1925) ed è stata eseguita per la prima volta nel marzo del 2013 al War Memorial Opera House di San Francisco.  La coreografia di Ratmansky utilizza costumi e variazioni sul tema delle danze popolari ed accompagna lo spettatore in un ideale viaggio poetico attraverso l’Europa in una sorta di Grand Tour  che richiama i viaggi effettuati dai ricchi giovani dell’aristocrazia europea a partire dal XVII° secolo. La lieta e briosa partitura musicale di Moszkowsky ha consentito al coreografo di creare passi che evocano i repertori delle danze tradizionali italiane, spagnole, portoghesi, tedesche e polacche. La seconda coreografia, “Variations for two couples”, scritta da Hans van Manen si dipana su musiche del britannico Benjamin Britten (Lowestoft, 1913 – Aldeburgh, 1976), del finlandese Einoujuhani Rautavaara (Helsinki, 1928), del serbo Stevan Kovacs Tickmayer e dell’argentino Astor Piazzolla (Mar del Plata, 1921 – Buenos Aires, 1992). Messa in scena per la prima volta nel febbraio del 2012 dal Dutch National Ballet al Het Muziektheater di Amsterdam, la coreografia di van Manen ha debuttato in America nel gennaio di quest’anno in occasione della serata inaugurale della stagione del San Francisco Ballet ed ha colpito per il peculiare utilizzo di luci ed ombre, di costumi minimali e di rapporti tesi del fraseggio coreografico che danno armonicamente movimento a partiture difficili e molto articolate. La terza coreografia, “Voices of spring” è stata creata da Sir Frederick Ashton e prende vita dalla musica dell’austriaco Johann Strauss figlio (Neubau, 1825 – Vienna, 1899). Si tratta di un festoso e giubilante pas de deux che si incastona nell’ambito di una produzione de “Il Pipistrello” (Die Fledermaus) del compositore austriaco per la Royal Opera House. I danzatori sulle note di un elegante walzer di Johann Strauss figlio rivelano l’ineguagliata comicità ed eleganza della musicalità del coreografo Ashton ed esaltano la tecnica e la grazia dei due danzatori. La serata si chiude sontuosamente con la quarta coreografia intitolata “7 for eight” creata da Helgi Tomasson su musica del tedesco Johann Sebastian Bach (Eisenach, 1685 – Lipsia, 1750) e presentata al pubblico per la prima volta nel febbraio del 2004 al War Memorial House di San Francisco. Con questa elegante e raffinata coreografia, ormai divenuta un cavallo di battaglia del San Francisco Ballet fin dalla sua prima rappresentazione, Tomasson esalta i suoi due lati artistici, quello classico e quello espressivo, fondendoli in un concento di movimenti che oltrepassano la sobria poesia ed il lirismo sonoro.    

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